Ieri 2 novembre, trentasettesimo anniversario della tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini, ho visitato a Roma, in un silenzio quasi irreale, una bellissima mostra. A Palazzo Incontro, in via dei Prefetti 22, sono infatti esposte, fino al 23 dicembre, a cura di Flavio Alivernini, le opere di ventidue artisti -fra i più noti, come Michelangelo Pistoletto e Giosetta Fioroni, per tacere degli altri- che si sono ispirati a celebri poesie pasoliniane. Ebbene, senza voler fare torto a nessuno, devo riconoscere che, fra tutte le opere osservate, una in particolare mi è sembrata di folgorante efficacia e in qualche modo geniale: PASOLINI, di Franco Gulino (così come la si può vedere, almeno in parte, nella mia foto). Il pittore siciliano, ispirandosi ai versi di Pasolini dal titolo MARILYN, ecco svestire, nel suo dipinto, il poeta; poeta dal volto segnato per il trucco pesante; in giarrettiere e calze nere. Come dire una rappresentazione figurativa della “diversità” pasoliniana, quale sensibilissimo sensore per indagare il reale in molteplici direzioni; fino alla scrittura di un “testo per musica”, MARILYN, per l’appunto, del 1962 (anno della morte della diva americana), affidato alla voce di Laura Betti per un suo spettacolo:

MARILYN

Del mondo antico e del mondo futuro
era rimasta solo la bellezza, e tu,
povera sorellina minore,
quella che corre dietro ai fratelli più grandi,
e ride e piange con loro, per imitarli,
e si mette addosso le loro sciarpette,
tocca non vista i loro libri, i loro coltellini,

tu sorellina più piccola,
quella bellezza l’avevi addosso umilmente,
e la tua anima di figlia di piccola gente,
non ha mai saputo di averla,
perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.
Sparì, come un pulviscolo d’oro.

Il mondo te l’ha insegnata.
Così la tua bellezza divenne sua.

Dello stupido mondo antico
e del feroce mondo futuro
era rimasta una bellezza che non si vergognava
di alludere ai piccoli seni di sorellina,
al piccolo ventre così facilmente nudo.
E per questo era bellezza, la stessa
che hanno le dolci mendicanti di colore,
le zingare, le figlie dei commercianti
vincitrici ai concorsi a Miami o a Roma.
Sparì, come una colombella d’oro.
Il mondo te l’ha insegnata,
e così la tua bellezza non fu più bellezza.

Ma tu continuavi ad essere bambina,
sciocca come l’antichità, crudele come il futuro,
e fra te e la tua bellezza posseduta dal potere
si mise tutta la stupidità e la crudeltà del presente.
Te la portavi sempre dentro, come un sorriso tra le lacrime,
impudica per passività, indecente per obbedienza.
L’obbedienza richiede molte lacrime inghiottite.
Il darsi agli altri,
troppi allegri sguardi, che chiedono la loro pietà.
Sparì, come una bianca ombra d’oro.

La tua bellezza sopravvissuta dal mondo antico,
richiesta dal mondo futuro, posseduta
dal mondo presente, divenne così un male.

Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano,
smettono per un momento i loro maledetti giochi,
escono dalla loro inesorabile distrazione,
e si chiedono: “ E’ possibile che Marilyn,
la piccola Marilyn ci abbia indicato la strada?”
Ora sei tu, la prima, tu sorella più piccola,
quella che non conta nulla, poverina, col suo sorriso,
sei tu la prima oltre le porte del mondo
abbandonato al suo destino di morte.

Pier Paolo Pasolini

Devo dire che mi trovo d’accordo (in merito alla suddetta mostra) con Achille Bonito Oliva che parla, in catalogo, del “sospetto di un futuro migliore”, così come esso può scaturire dalla “comunione tra il verbo poetico di Pasolini e il deposito iconografico degli artisti…in un momento così difficile”. Certo, i versi di MARILYN confermano una volta di più la statura del poeta civile (“la tua bellezza posseduta dal potere”)…come non pensare, infatti, ai sogni delle “veline” nostrane, a tutta una deprimente sottocultura che a lungo inquinerà il nostro paese nonostante il tramonto (pare) del Cavaliere? A Franco Gulino va il mio plauso per l’opera ammirata in mostra (dell’artista di Sciacca si può sapere di più naturalmente sulla Rete).

6 commenti su “

  1. Bianca 2007

    Questo articolo non ha bisogno d’essere commentato. Lo fa da sé. Per analisi lucida, giusta, competente. Quindi mi accomiato lasciando solo un’abbraccio. Mirka

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Mirka, un abbraccio anche da parte mia.

  3. Paolo Buzzacconi

    Caro Andrea, sono rimasto veramente affascinato dall’opera del maestro Franco Gulino e dalla bellissima poesia di Pier Paolo Pasolini, nonché dalle tue considerazioni in merito a questo grande poeta, che è riuscito a guardare con occhi puri oltre l’apparente superficialità della vita di Marilyn. Nel tuo blog la ricerca della verità è una piacevole costante che dapprima stupisce e poi coinvolge risvegliando la coscienza e la capacità critica di chi legge. In ogni tuo articolo oltre all’aspetto culturale c’è sempre un invito al ragionamento, a partecipare. Un duplice grazie, dunque, e un caro saluto.
    Paolo

  4. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, caro Paolo, per le tue parole (non le prime da parte tua) di apprezzamento a proposito del mio blog. Nella fattispecie, come non dare conto di una mostra davvero ben fatta in cui spicca (non soltanto a mio avviso) il dipinto di Franco Gulino? Esso pro-voca l’osservatore neanche troppo attento per la profondità dell’intuizione estetica, credo di poter affermare. E infine, circa il testo di Pasolini come non percepire la solita, proverbiale, tagliente lucidità del discorso poetico? Discorso apparentemente anti-poetico, non melodioso, privo di curve; ma ricco della sprezzatura di chi, dotato di finissima educazione letteraria (Gianfranco Contini si occupò del ventenne Pasolini quale autore delle Poesie a Casarsa) guarda alle persone e alle cose per comprendere e farsi comprendere al cospetto della profondità sovente corrosiva della vita (ed ecco, allora, un testo come Marilyn, per tacere del resto). Un abbraccio

  5. maria rizzi

    Caro amico,
    parli di ‘tagliente lucidità del discorso poetico’ e mi guidi verso un altro concetto, che credo caratterizzi i testi poetici pasoliani: la pietas. La splendida lirica “Marilyn”, che restituisce dignità a una donna considerata solo icona della bellezza ne è altissima testimonianza.
    Franco Gulino ha dato forma ai pensieri del poeta, trasferendoli sulla sua immagine, ispirandosi alla diversità, ma anche ai sentimenti lievi, intrisi di rispetto del poeta…
    Un tributo altissimo, Andrea, per un poeta, che non finiamo mai di conoscere!
    Ti ringrazio e ti stringo.

  6. andreamariotti Autore articolo

    Sì, Maria, questa poesia (a tutti gli effetti) di Pasolini, nata come ho ricordato quale “testo per musica”, è un documento insigne di spirito introspettivo e delicato nel contempo; ferma restando la sprezzatura pasoliniana per la retorica. Un abbraccio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.