E così il mese di luglio del corrente anno 2012 sta finendo: fra spread alle stelle, incendi in Sardegna ed anche nel centro di Roma; e l’elenco delle iatture sarebbe lungo, per quanto riguarda il nostro Paese (a preoccupare, soprattutto, un tasso di disoccupazione che la dice lunga sullo stato reale delle cose). Fa molto caldo, peraltro; con questi meteorologi nostrani in vena di evocazioni mitico-letterarie (alludendo alla personificazione dei bollori nord-africani battezzati via via con i nomi di Caronte, Minosse e adesso Ulisse). Fa molto caldo, ripeto; eppure, come già mi è capitato intensamente nel 2008, durante un mio soggiorno in Umbria , il mio sangue diventa talvolta freddo in piena estate. Per qualche piccolo sforzo introspettivo necessario di questi tempi (in armonia con quanto Seneca raccomanda al suo Lucilio: “…Da questi opprimenti padroni, che comandano ora alternativamente, ora tutti quanti insieme, ti libera la saggezza…se vuoi che ogni cosa ti sia soggetta, sottomettiti alla ragione. Governerai molti, se ti governerà la ragione…”; Seneca, LETTERE MORALI A LUCILIO, IV, 37, Mondadori). Ciò che ho scritto finora può forse servirmi per presentare dei miei antichi versi risalenti a trent’anni addietro, di gusto aforistico, credo, e non del tutto ingenui , a rileggerli oggi (la foto qua sopra è stata da me scattata nel 2007 a Le Mont Saint-Michel):
rimane solamente
la mistica penombra
di clausura
dove crescono sicuri
i fiori del decoro
Andrea Mariotti, poesia del 1982, poi inclusa in Lungo il crinale, 1998, Bastogi Editrice Italiana.
Caro Andrea, acuto come sempre! Sentendomi in sintonia con te in questo afosissimo inizio di agosto cittadino, ancora alle prese con il lavoro, mi accodo al tuo inno al buon senso e alla ragione … Penso ai bellissimi versi di Lucrezio nel De rerum natura…nei quali parla delle caratteristiche del saggio…un grande abbraccio
Sai, Loredana, a volte non si tratta solo di uno sguardo affettuoso rivolto a una lirica di trent’anni fa…è che veramente, a mio avviso, in questo travagliato momento del nostro Paese, non abbiamo bisogno di assoluzioni…o soluzioni; dovendo piuttosto, con semplicità e rigore, metterci in viaggio e basta. Dentro di noi, innanzitutto, dopo il lunghissimo stato comatoso indotto da spacciatori di sogni a buon mercato. Così ho riscoperto il sostrato non superficiale di questi miei versi giovanili, e mi fa piacere che essi ti abbiano parlato. Un abbraccio grande anche da parte mia.
“I fiori del decoro”, che espressione sublime, amico mio! Vorrei abitare quella penombra e sentirmi parte di tanta sicurezza… di tanto misticismo. Non sono acerbi i tuoi versi, non potrebbero esserlo. Un poeta non si svela divenendo adulto. E’ incredibile, piuttosto, come siano attuali. Il tempo sembra non scorrere. Forse perchè non riusciamo a dare una svolta al nostro senso della civiltà e della moralità.
Grazie e un fortissimo abbraccio.
Sicurezza non direi, cara amica…o forse sì, nella pronuncia poetica di tanti anni fa…spiritualmente, allora come oggi, la volontà ostinata di petali dischiusi, in quanto a consapevolezza; puntando i piedi per…non rimanere fermi: piuttosto per mettersi in cammino. Un forte abbraccio