Aprile, “il mese più crudele”, secondo il celebre incipit di THE WASTE LAND di T.S. Eliot, è ormai alle spalle. Domenica scorsa però generoso, con me, in virtù di una bella giornata primaverile che mi ha permesso una gratificante escursione sulla vetta del monte Ocre (Abruzzo), e successivo percorso di cresta fino al monte Cagno. La vista spaziava dal Corno Grande (Massiccio del Gran Sasso) alla Majella, per posarsi poi sui più vicini Sirente e Velino…”sorelle montagne” -come le chiamo io- ancora innevate, ad addolcirmi l’animo; giacché, non posso negarlo, preoccupato sono, come cittadino italiano, al pari di molti, per il nostro presente e futuro; fra crisi economica, impresentabilità dei partiti politici, ruberie varie. I visitatori del blog scuseranno il florilegio di citazioni in così breve spazio, ma insomma: ” Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?”. Traduzione in italiano fin troppo nota (ma non sembra!):”Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza, o Catilina? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la tua sfrenata audacia?” (Cicerone, I, Catilinaria). Come poeta-lavoratore, “operaio dei sogni”, prendendo a prestito il titolo del film dell’amico Pio Ciuffarella ( vedi articolo del 28 aprile scorso), ecco che il suddetto vibrante “attacco” ciceroniano mi è uscito dalle viscere, prima ancora che dalla mente…e qui mi fermo, dovendo e volendo rispettare io per primo, com’è giusto, questo incrocio poetico, spazio civile, piccolo patrimonio di idee non solo mio. Buon Primo Maggio a tutti.
P.S. La foto scattata ieri permette di osservare l’innevato Costone, non distante dal monte Velino.
Caro Andrea,
le ‘sorelle montagne’, tese ad addolcire gli animi, sembrano vibrare anch’esse per le pericolose sorti che stanno toccando in sorte a noi mortali. E danno lezioni. Nulla più della natura può dare all’uomo l’idea esatta della propria fragilità.
I problemi che ci coinvolgono sono figli di ‘dei minori’…
Il tuono dei monti, dei fiumi, dei laghi, dei vulcani è figlio di Dio e funge da monito e da insegnamento.
Leggo oggi il tuo blog , perchè il computer ha avuto alterne vicende e … mi soffermo a pensare alle alterne vicende -mi si perdoni la ripetizione -, di noi uomini.
Ti abbraccio e prego per le sorelle montagne, per i boschi, per il mare e per noi tutti, figli di tanta instabilità.
Grazie, cara Maria, per questo tuo sensibile e accorato commento cui nulla si può aggiungere. Un abbraccio.