Non occorre attendere necessariamente domani per ricordare la catastrofe dell’11 marzo dello scorso anno avvenuta in Giappone, dove un sisma di magnitudo nove seminò morte e distruzione. Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini del disastro prodotto dallo tsunami susseguente al terremoto; per non dire di quelle, raccapriccianti, dei reattori esplosi all’interno della centrale nucleare di Fukushima (a rinfrescarci a dovere la memoria di Chernobyl). Mi permetterò, qui di seguito, non per vacuo e ossessivo esercizio letterario, di citare nuovamente alcuni versi della GINESTRA di Giacomo Leopardi, di sconcertante attualità:
…Magnanimo animale
non credo io già, ma stolto,
quel che nato a perir, nutrito in pene,
dice, a goder son fatto,
e di fetido orgoglio
empie le carte, eccelsi fati e nove
felicità, quali il ciel tutto ignora,
non pur quest’orbe, promettendo in terra
a popoli che un’onda
di mar commosso, un fiato
d’aura maligna, un sotterraneo crollo
distrugge sì, che avanza
a gran pena di lor la rimembranza… (versi 98-110 del canto leopardiano)
La rosa della mia fotografia, infine, la offro al valoroso popolo giapponese in una pausa di profondo silenzio condiviso con tutti i visitatori del presente blog.
Grazie, caro Andrea, di comprenderci nel tuo nobile pensiero dedicato al coraggio e alla dignità del popolo giapponese. E grazie di condividere con noi lo sgomento provato di fronte a quest’immane tragedia celebrandolo con un momento di profondo silenzio. Ma grazie anche per aver dato voce a quei meravigliosi versi della Ginestra di Giacomo Leopardi che ci ammoniscono di non cadere nella trappola del “fetido orgoglio”, di non dar credito a chi ci promette “eccelsi fati e nove felicità” talmente impossibili da raggiungere che persino “il ciel tutto ignora”. I padroni del nostro futuro siamo noi, consentire a chi ci governa di operare scelte palesemente sbagliate e immorali è un grave atto di debolezza che non dobbiamo permetterci. Come sempre, Andrea, un grande articolo: dopo un composto, rispettoso silenzio una energica e quanto mai attuale richiesta di onestà e di rigore. I miei complimenti ed un caro saluto.
Grazie a te, Paolo, per la tempestività con la quale sei intervenuto. Appositamente nel mio articolo ho impiegato poche parole, preferendo, come hai ben compreso, dare la parola ad un Leopardi -con la sua GINESTRA- innegabilmente dentro le cose: poeta che contempla attivamente e profeticamente gli eventi naturali e i mali dell’uomo, senza più il rassicurante schermo d’una siepe…ma tornando a noi: che si parli maggiormente di Fukushima e di disoccupazione e povertà nel mondo; e meno di questo maledetto spread che negli ultimi mesi ci ha narcotizzati a dovere, quasi fosse possibile immaginare tuttora una “crescita” economica ad libitum, in “spensierato rigore”! (e scusatemi l’ossimoro venuto sul momento, o potenti!). Un saluto cordiale a te, caro Paolo.
Carissimo Andrea,
mi unisco a Paolo nel estenderti la più viva ammirazione per la sollecitudine con la quale ci consenti di non dimenticare gli episodi drammatici che hanno sconvolto il mondo. E cosa dire della scelta dei versi , che senza fiato, ti ho ascoltato recitare?
Il Leopardi del canto di denuncia sociale metteva in guardia i popoli dalle colate laviche del Vesuvio, dal ‘fiato d’aura maligna’… Quanti fiati ‘avanzano’ e ci rendono consapevoli della nostra caducità?
Ricordare e onorare il terribile evento che sconvolse il Giappone è un monito ai nostri deliri di onnipotenza, alla stolta certezza che il male sia sempre ‘altrove’…
per dirla con il grande Recanatese: ” a goder son fatto” …
La rosa è augurio di primavera per il popolo tanto provato e a essa unisco virtualmente, fasci di margherite, in quanto al dolore nulla arreca più forza dell’umana solidarietà, dell’Amore!
Grazie infinite per i tuoi contributi, amico mio e un forte abbraccio!
Grazie, cara amica, per le tue parole ed anche per i fiori che intendi aggiungere alla mia rosa. L’impegno rigoroso e radicale che mi sono assunto l’anno passato nel memorizzare LA GINESTRA, era motivato in effetti dalla consapevolezza di confrontarsi con un canto inesorabile e spiazzante; e questo al di là dell’amore profondo che nutro per la poesia di Leopardi. La catastrofe giapponese la dice lunga sulla forza di verità della GINESTRA! Un abbraccio da parte mia.