Difficile parlare della tremenda sciagura del 13 gennaio scorso davanti all’isola del Giglio, considerando i morti, le persone tuttora disperse (fra cui una bambina di cinque anni); considerando, inoltre, la minaccia non scongiurata di un disastro ambientale (a causa dei serbatoi della nave non ancora svuotati e il maltempo in arrivo; volendo tacere del pressante rischio inabissamento della Costa Concordia). Ebbene, la verità più futile e offensiva -non soltanto per il nostro senso morale, ma anche per la nostra intelligenza – pare stia emergendo (ieri ho letto, in merito, un incisivo trafiletto di Lidia Ravera, sul FATTO QUOTIDIANO), riguardo al comportamento del comandante della nave, Francesco Schettino, agli arresti domiciliari. Come negare, al dunque, l’impatto simbolico di una sciagura che, giorno dopo giorno, ci sconvolge sempre più profondamente? a parte la “metafora italiana”, penso ai grandi narratori del mare, Melville e Conrad: questi i primi nomi che mi vengono in mente; gente che forse si starà rivoltando nella tomba, in seguito all’abbandono della nave da parte di Francesco Schettino, con tante, troppe persone ancora a bordo da salvare! La foto che ho scelto, è stata da me scattata nel 2007 in Bretagna; e mi pare appropriata adesso che mi accingo a citare la prima strofe intonata dal Coro (Primo Stasimo) nell’ AGAMENNONE di Eschilo ( ORESTEA, i grandi libri-Garzanti, trad.di Ezio Savino, giugno 1985, pag.17):
…C’è chi sostiene
che i celesti -sdegnosi-
lasciano correre, se uno calpesta
la delicata purezza
di norme inviolabili: sacrilega chiacchiera.
Ormai è chiaro: da eccessivo ardire
nasce sfacelo, quando da una casa
che gronda frenetico lusso
esala superbia, oltre il giusto equilibrio.
L’equilibrio è il pregio sovrano.
Meglio un’innocua fortuna, che faccia contento
chi nacque fornito di retto giudizio.
Non c’è baluardo per chi,
eccitato, goloso di beni
sferra calci all’altare solenne
del Giusto, fino a disfarlo…
Mio caro Andrea,
com’è ormai tua consuetudine, ci conduci nei luoghi del dolore e ci induci a ulteriori riflessioni sugli eventi tragici che si verificano nella nostra Italia.
Credo che nel caso dell’assurdo inabissamento della Costa Concordia il perno del problema risieda nel termine che citi con straordinaria lucità: l’equilibrio.
“L’equilibrio è il pregio sovrano”… verso che taglia l’anima come rasoio di fronte all’assenza di tale pregio in molti dei protagonisti della vicenda che tutti continuiamo a seguire tramite i mass media.
Non ha avuto equilibrio il comandante Schettino, non lo hanno i milioni di persone che lo stanno ridicolizzando sul web, sui giornali, in televisione, non lo dimostrano i turisti che si recano all’Isola del Giglio per fotografare l’accaduto.
Il problema riguarda l’evento e la mitologia che si crea attorno ad esso e che non coinvolge solo noi italiani, ma un’infinità di persone che danno prova di profonda inciviltà.
Ti ringrazio per la splendida foto, per il composto commento e per la scelta dei versi di Eschilo. E ti abbraccio forte!
Cara amica, un ringraziamento particolare per questo tuo commento particolarmente incisivo e ricco di pietas; nel momento in cui rammenti, in esso, il grottesco spettacolo delle foto-ricordo di di dolciastre famigliole con il gigantesco scafo alle loro spalle…volendo tacere, poi, di tutto il resto. Aver citato Eschilo, da parte mia, voleva essere il tentativo di restituire a tale tragedia italiana la sua dignità dolorosamente istruttiva, per tutti; rifiutando in toto l’avanspettacolo di cui esperti manovratori non sono ancora paghi, nel Belpaese. Un abbraccio,