Non avendo potuto fare ai visitatori del blog gli auguri natalizi (per circostanze non ordinarie), eccomi ora a dire con forza, in anticipo ma non di molto sui tempi: buon anno! Ché ne abbiamo veramente tutti bisogno, nel Belpaese scosso da una poderosa ingiustizia sociale (vedi l’ultima manovra di Monti). Ancora una volta vorrei poi ricordare la penosa situazione di una città come L’Aquila (per averne parlato proprio il giorno di Natale con persone ivi abitanti); città-morta a tutti gli effetti, a distanza di due anni e mezzo dal sisma, con un centro storico silenzioso, transennato e dimenticato. Altro che in Vaticano il Papa avrebbe dovuto celebrare la messa natalizia! Ma, dopo questo grido d’utopia, torniamo coi piedi per terra. Non rassegnati, tuttavia; e, possibilmente, meno cortigiani e opportunisti del solito: sapendo, al dunque (com’è stato recentemente osservato con pacata lucidità da Marco Travaglio), che un certo illusionista di nostra conoscenza può a breve tornare, vendendo a prezzi stracciati penosi sogni per non farci pensare. Vi ricordate di quella canzone di Francesco Guccini che diceva: “…pensare è sconsigliato”? no! non più gli evviva ai furbi e agli arroganti, e maggiore serietà da parte di tutti! Altro non mi sento di aggiungere. Buon anno, ripeto: prima di lasciare la parola al Sommo Poeta, che così fa dire a Virgilio nei riguardi del discepolo Dante, tutt’altro che deciso, ancora una volta, a tener dietro al maestro:
“Sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti”
Purg. V, 14-5 (la foto è mia, scattata qualche anno fa lungo l’Appia Antica).