Dedicato ai miei amici F. ed A.; coi quali ho condiviso le due ultime traversate in montagna. Con F., raggiungendo da Moso, in Val Pusteria (Bolzano), la base delle Tre Cime di Lavaredo, per toccare infine il rifugio Auronzo dietro di esse (versante bellunese di tali perle dolomitiche); con A., risalendo il selvaggio vallone di Cervara sotto il monte Marcolano (Parco Nazionale d’Abruzzo) fino al Passo del Diavolo, non distante da Pescasseroli. Dedicato a questi due amici, il presente scritto, per ribadire tutto il valore della compagnia, in montagna; laddove le diversità si armonizzano spontaneamente, nella condivisione anzitutto del buon senso (vedi, con A., la decisione di non salire sul monte Marcolano, considerando le nuvole minacciose; nuvole a conti fatti di passaggio; ma è di ieri la notizia di due escursionisti tedeschi letteralmente inceneriti da un fulmine proprio in Val Pusteria, causa un violentissimo temporale). La foto delle Tre Cime, qua sopra, mia -se vogliamo scontata- oltre a ricordarmi le ore liete trascorse con F. circondati da vette sublimi, intende essere, per me, anche una piccola rivalsa rispetto a sabato scorso. Quando, con A., raggiunto come già detto il Passo del Diavolo, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, mi sono trovato al cospetto del rifugio chiuso, sigillato, e questo il 6 di agosto! Niente male, come immagine del nostro Paese allo sbando, con la Borsa a picco, la precarietà del lavoro o peggio ancora la sua crescente mancanza! Tuttavia A. ed io, per non deprimerci troppo, abbiamo lasciato presto il suddetto Passo, facendo l’autostop: un gentile signore, infatti, ci ha offerto un passaggio fino a Pescasseroli, con un bel sorriso.
Un post che parla da sé. Condivisione guardando le “alte cime” spartendo e donando con un sorriso. Così dovrebbe essere il faticoso Cammino del Viaggio, forte di mani che stringono senza vantarsi di nessun diritto. Un’ Evviva, Andrea e…ad majora. Mirka
Che dirti, cara amica? di fronte a Sorelle Dolomiti l’animo si placa, grazie alla loro indicibile bellezza…ma il vallone di Cervara nel Parco Nazionale d’Abruzzo è stato anch’esso di forte impatto, per la sua selvaggia, cupa faggeta. Le traversate in montagna liberano la mente, donano il senso del Viaggio, come tu hai scritto. Più laconicamente ma altrettanto giustamente, l’amico col quale ho condiviso l’escursione fino al Passo del Diavolo, in Abruzzo, mi ha ricordato che, un tempo, si andava a piedi, con tutta la fatica ma anche la ricchezza antropologica del caso. Un abbraccio.